Ciao amici della danza e non solo, se avete deciso quest’anno di iscrivere vostro figlio ad un corso di danza o di seguire un corso di danza per adulti, è fondamentale scegliere la scuola giusta, con struttura idonea, corsi divisi per età e livello, direttore competente, che non prometta facili e non validi diplomi, ma soprattutto con il giusto insegnante, perché l’insegnante di qualità è il primo punto importante per il progresso dell’allievo, ma non solo anche per la salute, soprattutto se parliamo di bambini.

Ma come riconoscere l’insegnante giusto?

  1. Assicurati che l’insegnante di danza abbia un diploma
  2. Deve saper ascoltare e comprendere
  3. Deve valorizzare l’impegno
  4. Deve saper dare feedback chiari e costruttivi
  5. Deve stimolare verso l’eccellenza
  6. Deve favorire la cooperazione in classe
  7. Deve avere un programma significativo

1. Assicurati che l’insegnante di danza abbia un diploma

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Da anni si aspetta una legge che imponga che l’insegnamento della danza sia affidato esclusivamente ad insegnanti che abbiano il titolo statale rilasciato dall’Accademia Nazionale di Danza o a maestri di chiara fama che abbiano seguito un corso professionale di danza, sembrava esserci vicini, ma ad oggi ancora nulla.

La prima cosa da controllare nella scelta della scuola di danza è proprio questa, poi ci sono altri fattori. È una scelta da non prendere alla leggera, anche perché un bravo insegnante deve avere studiato anatomia, psicologia e pedagogia per approcciarsi al meglio con allievi molto diversi fra di loro per età, fisico, attitudine, sensibilità. Un bravo insegnante, deve aver fatto degli studi specifici, perché si lavora col corpo di bambini in fase di sviluppo quindi un movimento o un esercizio sbagliato potrebbe compromettere il giusto sviluppo e il loro benessere fisico e mentale.

Quindi è importante che abbiano fatto studi specifici per l’insegnamento perché un ballerino professionista non è necessariamente un buon insegnante.

Bisogna essere in grado di scomporre i passi di danza e la coreografia affinché la maggior parte degli allievi capisca. Bisogna inoltre adattarsi ad ogni allievo anche in un corso collettivo. Il livello della lezione di danza deve essere adatta al livello degli allievi: è normale aver difficoltà nel seguire all’inizio, ma  se nessuno riesce a seguire la lezione, il livello richiesto è troppo alto e questo dimostra che l’insegnante non sa adattarsi ai principianti. Allo stesso modo, se gli allievi hanno già acquisito un certo livello e la lezione sembra troppo facile e senza nessuna difficoltà, anche in questo caso è sbagliato perché si rischia di far annoiare gli allievi.

2. Deve saper ascoltare e comprendere

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L’insegnante deve essere professionale ma mantenere un buon livello di empatia, prendersi cura dei suoi allievi e al tempo stesso restare sensibile all’individualità ascoltandoli e comprendendoli. Deve quindi tenere in considerazione i sentimenti, i pensieri, la salute fisica e i progressi del danzatore, e non deve mai rinunciare a pretendere miglioramenti da parte dell’allievo che accompagnerà al raggiungimento del massimo livello artistico possibile ed al massimo livello tecnico.

Un bravo maestro di danza deve essere flessibile, battere talvolta strade diverse dal consueto per stimolare la creatività dei propri allievi, spronandoli a sperimentare vari stili e tecniche, e scegliendo la più adatta a loro, spingendoli a superare la loro zona di comfort.

Deve essere paziente e gentile: imparare a ballare richiede tempo. L’insegnante di danza non deve dimenticarlo.

Deve correggere gli allievi senza “mortificarli” e deve riprendere gli errori di ognuno tutte le volte necessarie per perfezionare l’allievo. Un bravo insegnante di danza sa e ricorda bene cosa significa essere un allievo, quindi deve essere anche paziente e sensibile alle esigenze di ogni studente, indipendentemente dalle capacità o dal talento innato. Deve ispirare, sfidare ogni ballerino, esaltarne i successi, aiutarlo a capire e correggere i propri errori, incoraggiandolo e stimolandolo a dare il meglio di sé.

Gli aspetti più faticosi della danza sono quelli emotivi. A volte accade che la mancanza di comunicazione di questi sentimenti e momenti di incomprensione generino sentimenti di sfiducia nell’alleanza allievo-insegnante.

Tutte queste attenzioni anche se essenziali possono rivelarsi faticose da sostenere, soprattutto nel lavoro quotidiano con gli allievi, in cui delle volte entrano in gioco dinamiche personali e interpersonali che possono generare sentimenti di frustrazione e affaticamento nel proprio lavoro.

3. Deve valorizzare l’impegno

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Un insegnante di danza di qualità deve avere la capacità di motivare gli allievi: quando un esercizio è ben realizzato, un buon insegnante sa riconoscerlo e congratularsi con i propri allievi. Li sa motivare in caso di dubbio. L’insegnante è un vero coach di motivazione. Il rispetto dei limiti di ognuno, in particolare in termini di elasticità: nella danza, la flessibilità fa parte delle basi. Ma non tutti hanno le stesse capacità e non è grave. Nessun esercizio deve provocare un infortunio. Tutto deve essere realizzato nel rispetto del corpo.

L’insegnante di danza rappresenta un modello e un punto di riferimento stabile per la crescita e l’evoluzione dei piccoli e grandi danzatori, i quali possono riconoscere nel maestro e nella maestra di danza una figura emotivamente significativa. Inoltre anche l’insegnante può ritrovarsi e sentire una profonda risonanza emotiva con il proprio allievo, riconoscendosi e ricordando il suo percorso nella danza.

4. Feedback chiari e costruttivi

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L’insegnante di danza deve non solo saper fare, ma saper notare gli errori, correggere e farlo in modo che le correzioni arrivino all’allievo in maniera talmente diretta e chiara da rendere il danzatore autonomo nell’assimilarle e nel metterle in pratica.

In una classe di danza le “correzioni” fanno parte del continuo processo di affinamento e percezione consapevole del movimento. Porre attenzione ai feedback che vengono restituiti e alle modalità in cui vengono comunicati è importante sia per il mantenimento di una relazione di fiducia tra allievo ed insegnante sia perché influenzano il clima complessivo della classe e le relazioni tra gli allievi stessi. I feedback per esser efficaci devono rimandare ad una coerenza interna dell’insegnante e soprattutto devono essere:

  • chiari, puntuali e precisi, rimandando a qualcosa di specifico e non generico;
  • costruttivi,  su cosa si può fare concretamente, su cosa  e come lavorare per potersi migliorare;
  • positivi, il tono delle correzioni deve essere fermo ma validante, non distruttivo o giudicante. Il tono del complimento non deve essere preferenziale o manipolatorio, agganciato a dati oggettivi;
  • descrittivi, riferendosi a quello che oggettivamente si è osservato, non interpretando con significati propri sulla persona;
  • multisensoriali, facendo notare come è importante riconoscere lo stile preferenziale di apprendimento, passando per diversi canali (anche attraverso il contatto);
  • tempestivi, fermandosi a correggere o rinforzare qualcosa di fresco e non lontano nel tempo.

5. Deve stimolare verso l’eccellenza

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Stimolare verso l’eccellenza lascia da parte l’idea di dover essere perfetti rispetto ad uno standard. Mentre la spinta al perfezionismo pone l’allievo nel frustrante fallimento di raggiungere l’immaginario atteso, nel continuo giudizio e confronto con gli altri, spingere verso l’eccellenza pone obiettivi realistici, in linea con le proprie possibilità, si impara ad avere uno sguardo curioso e costruttivo verso se stessi e si  può fare esperienza di forza, consistenza e determinazione .

Notare e valorizzare l’impegno dell’allievo oltre all’esaltazione del talento innato è importante per continuare a motivare nell’allenamento e nella pratica. Il talento inoltre è un costrutto multidimensionale, influenzato da fattori individuali, come la motivazione intrinseca e il modo soggettivo di percepire il sostegno sociale.

Per sviluppare il talento è importante che da ci sia la stabilità di sostenere l’identità dell’allievo, e spingerlo verso la differenziazione, l’autonomia e l’indipendenza per progredire nella direzione dei propri sogni e desideri. Bisogna stimolare l’allievo verso la propria eccellenza e non verso la perfezione. Questo consente all’allievo di potersi muovere nella ricerca della propria identità di danzatore, nella possibilità di migliorarsi, nell’affinare la tecnica, nel prendere sempre più consapevolezza delle proprie potenzialità e dei punti di forza, conoscere e accettare i punti di fragilità da lavorare con cura.

6. Deve favorire la cooperazione in classe

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Un bravo insegnante di danza deve farti sognare, invogliarti a ballare come lui e deve sembrarti impossibile da raggiungere, se no perché sceglierlo? Deve impressionarti, anche quando è più anziano e non può fare grandi evoluzioni l’eleganza e la grazia le avrà sempre.

Un dono degli insegnanti di danza è quello di poter tradurre idee ed emozioni in una lingua comprensibile agli studenti. Ripetendo i passi in più esercizi finché siano compresi dall’intera classe. Così, egli crea gruppo, e gli studenti diventano parte di una cultura, il cui scopo è non solo imparare la danza, ma avvalersene per diventare esseri umani migliori.

Deve educare al rispetto delle regole della sala di danza, dei compagni e del ruolo dell’insegnante stesso. Perché dietro ogni grande ballerino c’è sempre un grande insegnante. È stato dimostrato come la percezione dei propri insegnanti, crea influenza e si correla positivamente con una maggiore soddisfazione nei danzatori.

7. Deve avere un programma significativo

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Un insegnante di danza di qualità deve saper organizzare una lezione di danza, dal riscaldamento alla coreografia.
Deve comunicare efficacemente, organizzare la classe e dedicarsi totalmente agli allievi che costituiscono l’unico elemento importante per tutta la lezione. Ogni corso deve avere dei programmi in base all’età ed al livello, il programma di un corso per adulti, che frequentano danza per passione o per fare attività fisica, è sicuramente diverso da quello di ragazzi con il sogno di diventare ballerini professionisti.

Diffidate delle scuole che uniscono bambini di 5 anni con quelli di 10. Da piccoli ossia a 3 o 4 anni il corso più idoneo è il Giocodanza quindi diffidate da chi mette i bimbi di 3 anni alla sbarra. Così come quelle Scuole che fanno mettere le scarpe da punta alle bimbe senza rispettare lo sviluppo anatomico della bimba. Importante è anche proporre dei corsi che seguano le tendenze della danza moderna, anche se la danza classica deve essere l’insegnamento imprescindibile per la formazione.

Per concludere una cosa molto importante è che l’insegnante di danza ami la danza tanto profondamente da avvertire il bisogno di condividere con altri questo amore e tutto ciò che ha imparato, elargendolo con generosità. Deve amare allo stesso modo e onorare l’insegnamento, per il quale deve sviluppare e trasmettere una vera passione.

Buona ricerca!